Etichette Alimentari

“Non è tutto oro ciò che luccica”

Quante volte vi è capitato di leggere gli ingredienti contenuti in un determinato prodotto e ritrovarvi ad avere ancora più confusione di prima?

Comprendere le etichette alimentari permette di acquisire consapevolezza su ciò che mangiamo. Per affrontare l’argomento in modo minuzioso non basterebbe un intero trattato, perciò proviamo a partire dai concetti fondamentali.

 

  • Su ciascuna confezione devono essere esposte le tabelle nutrizionali obbligatorie: valore energetico, contenuto di proteine, carboidrati (di cui zuccheri), grassi (di cui saturi) e sale. Fate attenzione, quando paragonate diversi prodotti fra loro, a non confondere le calorie o i nutrienti esposti sulle etichette per 100 grammi di prodotto con quelli per pezzo/porzione.

 

  • I grassi hanno principalmente funzione energetica ma intervengono anche nella regolazione ormonale e nell’isolamento corporeo. Spesso viene pubblicizzato in modo ingannevole il basso contenuto in colesterolo. Secondo il produttore infatti la sua assenza basterebbe a rendere l’alimento salutare. In realtà occorre sempre accertarsi che il cibo sia allo stesso tempo privo di acidi grassi trans e a basso contenuto di grassi saturi.

 

  • Vi sfido a trovare un prodotto confezionato che non contenga in qualche modo degli zuccheri! Spesso ci capita di fare delle scelte in buona fede, pensando di limitarli il più possibile, ma non è così: ad esempio quando comprate prodotti con la dicitura “0% di grassi” o “magro”, sappiate che state acquistando un prodotto che ha sì un minore contenuto di grassi, ma in realtà è molto più ricco di zuccheri! E se quest’ultimi vengono assunti in eccesso, una volta riempite le riserve energetiche, vengono convertiti in grasso dalle diverse vie metaboliche. Andate pertanto a verificare nella tabella esposta il contenuto di zucchero.

 

  • Fate attenzione al “dolce non dichiarato”: un prodotto “senza zucchero”, “a basso contenuto di zuccheri”,senza zuccheri aggiunti”, non significa che non ne contenga. Spesso vengono usati come dolcificanti, in sostituzione di glucosio o saccarosio, il succo di mela o succo d’uva concentrati, malto di mais, sciroppo di riso o sciroppo di mais, fruttosio, o peggio ancora, edulcoranti artificiali (ciclammato, saccarina, acesulfame k).

 

  • Gli additivi alimentari non hanno alcun valore nutrizionale e non sono così innocui. Sulle etichette vengono spesso indicati con la lettera E seguita da un numero. La lettera E indica che l’additivo in questione è permesso in tutti i Paesi dell’Unione Europea mentre il numero che segue ne definisce la categoria di appartenenza. Sono additivi alimentari: conservanti, coloranti, antiossidanti, correttori di acidità, addensanti, emulsionanti, stabilizzanti, aromi ed esaltatori di sapidità.

 

Scegliamo quei dolcificanti alternativi, ma comunque naturali, come la stevia o i polialcoli, per evitare pericolosi danni all’organismo. Evitiamo i cibi altamente elaborati a livello industriale e non demonizziamo sempre i grassi.

 

Dottoressa Carolina Capriolo

Laureata in Biologia Evoluzionistica, e diplomata in Medicina Nutrizionale presso la Metabolomic Academy. Opera nel settore, collaborando anche col Dottor Dimitris Tsoukalas, medico chirurgo specializzato nella cura di malattie croniche e del metabolismo e Presidente dell’Istituto Europeo di Medicina Nutrizionale (E.I.Nu.M).  Inoltre dal giugno 2015 è entrata a far parte del Comitato Scientifico dell’E.I.Nu.M. 

 

 

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Simona

La mammasugarfree